
Editoriale del Presidente dei Giovani Imprenditori, Riccardo Di Stefano.
Il giorno in cui scrivo questo mio editoriale è il 30 marzo. Da qualche ora, nel contesto del conflitto russo-ucraino, si affaccia la parola tregua.
Al tavolo turco del negoziato, infatti, è concreta la speranza che la diplomazia possa iniziare il proprio lavoro.
Dal 24 febbraio, giorno dell’invasione russa, abbiamo assistito a una escalation di violenza, dolore, distruzione. La nostra generazione conosce questi ricordi dalle immagini tv dell’Iraq, della Libia e della Siria, contesti dolorosi ma distanti, che abbiamo seguito con angoscia, ma senza essere veramente capaci di toccare con mano. La guerra alle porte dell’Europa, invece, ci è arrivata attraverso i racconti dei nonni, e oggi, questi racconti si sono tramutati in realtà, volti voci, esplosioni, profughi da accogliere nel nostro Paese.
Siamo di fronte a un momento epocale, un momento in cui si può fare la storia. E ci auguriamo con tutto il cuore che l’impegno delle diplomazie ci conduca presto alla pace.
Sappiamo anche che con questo conflitto inizia un nuovo capitolo delle relazioni geopolitiche.
Se fino a oggi la Russia è stata un partner commerciale per molte imprese, con l’imposizione delle sanzioni economiche tutto questo si è bruscamente interrotto. Ci preoccupa il destino delle imprese italiane ed europee – in particolare tedesche, nostre fondamentali partner – che ne soffriranno, ci impensierisce molto l’effetto sulle persone e sul “carrello della spesa”.
C’è però un orgoglio vivo: quello di essere europei in un momento in cui l’Europa sta reagendo con fierezza alla violazione di uno stato sovrano e di diritti umani che avviene in Ucraina.
Ancora una volta, dovremo guardare al mondo con occhi nuovi, per studiare gli effetti di medio e lungo periodo che derivano dalla frattura, per non perdere la bussola politica, economica e delle nostre imprese.
Dobbiamo infatti osservare con attenzione a come si evolveranno le reazioni tra Russia e Cina. Quest’ultima si trova infatti davanti a bivio: da un lato approfittare delle riserve energetiche russe per accelerare il proprio sviluppo, dall’altro non perdere terreno nelle relazioni con Usa ed Europa, il vero mercato di sbocco dell’economia cinese.
Si aprirà poi una nuova stagione di collaborazione con i paesi nordafricani e mediorientali per riorganizzare gli approvvigionamenti nazionali e comunitari di gas.
Infine, si porranno nuove sfide per l’Unione Europea, tra le molte, quella di una politica energetica condivisa, dalla pianificazione allo stoccaggio, alla redistribuzione.
La guerra russo- ucraina sta producendo cambiamenti lenti e inesorabili, quindi. Ma ci sta soprattutto scuotendo per quelli che vediamo tutti i giorni. Per far fronte al dramma dei civili e del flusso di persone che fuggono dai bombardamenti, Confindustria, insieme a Cgil, Cisl e Uil ha assunto una iniziativa di solidarietà e di aiuto nei confronti della popolazione ucraina sostenendo – in collaborazione con le Associazioni del Sistema – la raccolta in azienda di contributi
volontari dai singoli lavoratori, con la quale viene autorizzata la trattenuta dalla busta paga
dell’equivalente di un’ora di lavoro.
Un’ora di lavoro per un’ora di pace.