Quale impresa

Clubhouse: nasce il primo “slow” social media

Perché ha così tanto successo e come puoi sfruttarlo per il tuo business

Negli ultimi mesi ti sarà senz’altro capitato di sentire frasi come “ho partecipato ad una room”, “ero nell’audience”, “sono salito sul palco per uno speech”, “ho fatto da moderatore”. No? Beh allora non puoi perderti questo articolo sul fenomeno di comunicazione del momento e di come puoi trarne il meglio per sviluppare il tuo personal brand ed il tuo business.

Parliamo di Clubhouse, il social media che ha letteralmente spopolato in Italia negli ultimi mesi, un concept totalmente diverso dalle piattaforme a cui siamo abituati.

Clubhouse: una lezione di marketing fondamentale per il tuo business

Come fare per capire se un business, progetto o iniziativa di marketing avrà successo? E’ molto semplice e al contempo complesso. Il marketing in questo ci viene in soccorso e Clubhouse ci consente di evidenziarlo con un esempio.

Per “vincere” nel lungo periodo un business ha bisogno di possedere un posizionamento chiaro nella mente del pubblico, senza dilungarci troppo sul concetto di posizionamento possiamo sintetizzarlo con il “possedere” una determinata caratteristica o parola.

Cosa vi viene in mente pensando a Facebook? Community, post, interazioni e magari anche heaters. Instagram? Foto, patinato, glamour, stories, influencer.

Sono caratteristiche e parole già “possedute” da questi player, quindi cosa fare se si vuole competere con loro? Emularli cercando di dare più qualità? Sbagliato.

La scelta migliore sarà quella di spostarsi “di lato” e creare una nuova categoria, Facebook è orientato sulle interazioni, gruppi, commenti, messaggi. Instagram è orientato sul visivo, immagini, video, stories. E quindi Clubhouse cosa fa? E’ un social interamente basato sulla voce. Puoi creare una tua room indicando l’argomento di cui andrai a parlare, puoi invitare altre persone a fare da speaker con te sul “palco”, c’è una platea virtuale di persone all’ascolto che possono “alzare la mano” e richiedere la parola per intervenire.

La nuova categoria: “slow” social media

Un altro elemento differenziante in aggiunta alla focalizzazione sulla voce, e probabilmente vincente, è l’aver creato una nuova categoria mentale che mi piace definire “slow” social media.

Pensateci per un secondo, Facebook e Instagram sono social media basati interamente sul sottoporre agli utenti quanti più contenuti possibili nel più breve tempo possibile, così da far contenti tutti i loro inserzionisti essendo basate su un modello di business pubblicitario. Quindi cercano di stimolarci il più possibile a mettere like, commenti, interazioni “mordi e fuggi”, più ne facciamo e più la piattaforma guadagna. Pertanto, il loro scopo è di rendere queste interazioni al più basso sforzo possibile per gli utenti, pensiamo al “doppio tap” di Instagram, quanti di noi neanche si rendono conto di averlo fatto?

Clubhouse rovescia totalmente questo modello fatto di riprova sociale a basso costo, niente like, niente commenti. Per dare un feedback sul contenuto della room che stai seguendo dovrai ascoltare, alzare la mano e intervenire con la tua stessa voce, metaforicamente mettendoci la faccia. Questo porta gli utenti a fare qualcosa che sulle altre piattaforme ormai non si fa più da molto tempo, ragionare, entrare nel merito, prima di commentare. E’ il social stesso che spinge gli utenti in questa direzione. Basta quindi con commenti fuori contesto di utenti che hanno letto magari solo il titolo di un post o haters che si nascondono dietro ad uno schermo per attacchi gratuiti. Clubhouse ha riportato al centro il contenuto, mettendo sullo sfondo la forma e l’immagine. Per fare un parallelo è come paragonare un fast food con un ristorante stellato, in entrambi i casi avrai soddisfatto un bisogno, quello di mangiare, la modalità sarà completamente diversa e attrarrà persone con interessi diversi.

Clubhouse può essere uno strumento di business?

E’ uno strumento che nel 2021 consiglierei ad ogni imprenditore o professionista che intende dare valore al proprio personal brand e alla propria esperienza professionale. E’ la rivincita del merito sull’illusione. Le foto si possono elaborare, i video si possono tagliare, quando avete il “microfono” non c’è modo di fingere. Più tale contenuto sarà utile alle persone e più vi seguiranno. Non sapete da dove iniziare? Suggerisco di partire dalla piramide del contenuto: informazioni, opinioni, divulgazione, storytelling. Trovate la vostra “reason why” ed iniziate, vi aspetto “on stage”!