Quale impresa

TRANSIZIONE ENERGETICA, TRA INNOVAZIONI E IMPATTO SOCIALE

Il settore dell’energia attraversa un periodo di grandi evoluzioni, dalla digitalizzazione alla sostenibilità, passando per le opportunità offerte dall’idrogeno verde al sistema delle piccole e medie aziende italiane. Ne abbiamo parlato con il presidente del Gruppo Sapio, Alberto Dossi, seconda generazione imprenditoriale dell’azienda.

 

D: Da 100 anni, come Gruppo Sapio, vivete in un campo industriale innovativo, vi sentite un ponte tra passato e futuro?

R: Direi che ci sentiamo soprattutto un ponte verso il futuro, utilizzando però le forti basi del passato costruito dalle precedenti generazioni alle quali va la nostra gratitudine.

Abbiamo appena celebrato il nostro centenario con tutti i collaboratori del Gruppo, italiani e stranieri, ed è stato un momento importante per riappropriarci delle nostre radici e ribadire i nostri valori. Ma come imprenditori e come azienda il nostro sguardo è rivolto al domani, in particolare all’internazionalità di Sapio. In questa fase storica avere una forte presenza internazionale è fondamentale per essere competitivi e sostenibili allo stesso tempo. Le due ultime crisi globali che abbiamo vissuto, il covid e lo shock energetico, ci hanno ribadito esattamente questo: solo crescendo in più mercati ed avendo la giusta flessibilità si possono affrontare sfide di queste dimensioni, in un mondo sempre più complesso.

Inoltre, i nostri gas sono invisibili ma essenziali a moltissimi settori industriali quali: chimico, petrolchimico, farmaceutico, ambientale, agroalimentare, siderurgico, elettronico, nel settore della saldatura, ed inoltre in quello della sanità e delle biotecnologie.

 

D: Come si articola e che impatto vuole generare il vostro piano di crescita sostenibile “INSPIRE”?

R: Sapio vuole avere un impatto positivo sulla società, questo è il nostro obiettivo ultimo. Cercheremo di farlo grazie ad un piano di crescita, chiamato appunto “Inspire”, che ci porterà entro il 2025 a superare il miliardo di fatturato e a consolidare la nostra presenza all’estero. Investiremo molto nel settore della sanità, specificamente nell’assistenza domiciliare e nel mondo biotech, ma allo stesso tempo rafforzeremo la nostra leadership nel comparto industriale, che per il Gruppo Sapio rappresenta ancora il business principale. Abbiamo infine approvato un ingente piano di investimenti per essere sempre più sostenibili e contribuire alla transizione energetica del Paese e alla decarbonizzazione del pianeta, in particolare con lo sviluppo dell’idrogeno e del biometano. I progetti da realizzare non mancano ed è per questo che puntiamo molto sui giovani e sulla loro energia positiva.

I driver di crescita del Gruppo sono sostanzialmente tre:

  1. Internazionalizzazione, come già detto
  2. Digitalizzazione per rendere l’azienda sempre più interconnessa a piattaforme nazionali ed internazionali
  3. Transizione ecologica ed energetica per dare il nostro contributo al Paese per arrivare alla sicurezza energetica decarbonizzando al contempo il Pianeta”.

 

D: L’approvvigionamento di gas per l’energia è un tema attuale, quali sono le soluzioni sostenibili dal lato industriale, economico e ambientale?

R: L’elettrificazione dei consumi porterà a una sensibile riduzione dei consumi di gas, ma non in tutti i casi sarebbe questa la scelta migliore.

L’utilizzo del gas è ancora molto importante non solo per il riscaldamento invernale, ma anche per alcuni processi produttivi energy intensive. Le imprese grandi consumatrici di gas di solito sono molto attente nei consumi e a fare efficienza energetica. Pertanto, la prima strada percorribile, e in parte già percorsa, è quella dell’efficienza energetica: utilizzare le tecnologie più performanti per ridurre il consumo di gas migliorando le performance di produzione.

In ogni modo, il biometano e, in un futuro non troppo lontano, l’idrogeno sono soluzioni sicuramente sostenibili e performanti: bisogna lavorare per abilitare lo sviluppo di queste filiere e rendere economicamente convenienti gli investimenti in tecnologie che utilizzano i green gas e nelle infrastrutture che ne permetteranno l’utilizzo.

 

D: Che occasione rappresenta l’idrogeno verde per il nostro Paese?

R: L’idrogeno verde potrà svolgere un ruolo strategico e importante per la transizione energetica del nostro Paese, in quanto fondamentale per la decarbonizzazione di alcuni settori: l’idrogeno è un vettore flessibile che si presta ad essere utilizzato nel settore della mobilità con 35 stazioni di rifornimento recentemente approvate dal bando PNRR.

Inoltre, l’idrogeno sarà utilizzato nella parte industriale per i settori hard to abate quali ad esempio acciaierie, vetrerie, industrie di fertilizzanti, ceramiche e cartiere.

Stanno inoltre nascendo in Italia le Hydrogen Valleys.

Lo sviluppo della filiera dell’idrogeno nel nostro Paese rappresenta un’importante occasione per il panorama imprenditoriale italiano che risulta largamente composto da PMI altamente specializzate che potranno focalizzare e/o riconvertire la produzione su tecnologie utili lungo l’intera filiera dell’idrogeno.

L’idrogeno verde, infine, necessita di nuovi impianti alimentati a fonti rinnovabili per la sua produzione: bisogna accelerare in questa direzione per autorizzare ed installare nuova potenza rinnovabile e rendere competitiva la produzione di idrogeno verde.

Da ultimo è importante che il nostro Paese si doti di una strategia nazionale sull’idrogeno abilitante per nuovi investimenti.

 

D: Quali innovazioni – tecnologiche, di processo, digitali o altro – faranno la differenza, in futuro, nel vostro settore? 

R: Il settore dell’energia sta vivendo un periodo molto intenso, guidato dalla necessità di affrontare molteplici cambiamenti e con lo scopo di cogliere le opportunità emergenti dai principali megatrend tra i quali la sostenibilità e la digitalizzazione.

Alcune delle principali sfide per le imprese del settore includono la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili, la sicurezza energetica, l’organizzazione di supply chain digitalizzate e dinamiche.

L’implementazione di alcune soluzioni tecnologiche potranno supportare le imprese nell’affrontare con successo queste sfide. Alcuni esempi includono: Big Data e Intelligenza Artificiale per supportare il processo decisionale e anticipare possibili trend e cambiamenti; IoT e automazione per incrementare la velocità e ridurre i costi; Social media analysis per studiare e comprendere il comportamento e le preferenze dei clienti.

 

D: Quali i valori e la “ricetta” che hanno portato la vostra azienda alla terza generazione?

R: I valori sono gli stessi dei nostri padri fondatori, quelli del 1922: questi sono i pilastri fondamentali. Mi riferisco alla responsabilità, al rispetto, all’educazione, all’aiuto alle persone, alla serietà, allo spirito di sacrificio, alla trasparenza, alla costanza e all’onestà. Siamo e vogliamo essere un’impresa sociale, capace di guardare alle persone, oltre che al profitto. A questi vanno poi aggiunti l’equità, tema cruciale in un gruppo di oltre 2400 collaboratori, e l’imprenditorialità, senza la quale oggi si rischia di non dare risposte tempestive ai nostri pazienti e ai nostri clienti. Quando alla ricetta che ci ha portato alla terza generazione, so che siamo un’eccezione. Pur essendo due le famiglie imprenditoriali a controllare l’azienda, infatti, ci siamo sempre basati molto sulla fiducia reciproca e poco sui documenti di governance, senza complessi Patti di famiglia.

In sintesi, la “ricetta” di questa longevità si può riassumere in tre punti fondamentali:

  1. Una grande passione ed il rispetto per il lavoro con una visione sempre rivolta al futuro
  2. Credere nei collaboratori e nella loro formazione per farli crescere
  3. Fare innovazione continua e ricerca avendo sempre uno stretto rapporto con le Università e con le nuove tecnologie.

 

D: Qual è, secondo lei, il motivo della diffusa dimensione media o piccola delle aziende italiane? E, dunque, quali i pro e i contro?

R: Il tessuto industriale italiano è composto principalmente da aziende a conduzione familiare. Le PMI possiedono le carte in regola per poter dare uno slancio allo sviluppo economico (e territoriale) del nostro Paese, aumentando ulteriormente la propria produttività e crescendo dimensionalmente per essere competitive sugli scenari internazionali che richiedono forte massa critica. Tutto questo potrà essere possibile anche sfruttando le opportunità della trasformazione digitale.

Se da un lato le PMI sono caratterizzate da una grande capacità di rispondere con valore al mercato ed in tempi brevi grazie alla facile adattabilità delle loro snelle strutture organizzative, dall’altro però hanno importanti problemi di risorse da investire in innovazione e quindi crescita. È necessario lavorare per generare interesse verso le opportunità del digitale, le competenze e le figure professionali.

 

D: Quali le skills più importanti, a suo parere, per chi decide di fare impresa oggi?

R: L’innovazione può consentire anche alle imprese più piccole di raggiungere nuovi paradigmi di competitività, dalla ricerca di efficienza e dalla rivisitazione di singoli processi fino alla creazione di veri e propri nuovi modelli di business.

I trend della trasformazione digitale hanno imposto alle imprese sfide tecnologiche, organizzative e culturali. Competenze digitali e apertura al cambiamento sono la chiave.

Inoltre, la sostenibilità si configura come la strada imprescindibile per uno sviluppo aziendale duraturo ed efficace; l’uso intelligente delle risorse e l’attenzione alle comunità devono diventare patrimonio diffuso all’interno di ogni azienda che voglia essere moderna e attrattiva verso clienti e lavoratori.