
“Per crescere e diventare migliori, però, noi e l’Italia, non possiamo fare da soli. C’è bisogno della Politica, quella con la P maiuscola. C’è bisogno della sua visione, della sua incidenza, della sua mediazione, della sua lungimiranza.
Stiamo infatti per affrontare un biennio decisivo: due anni che avranno il sigillo delle elezioni politiche italiane nel 2023 e delle europee nel 2024. Vogliamo che questi due anni siano affrontati con la visione di quello che sarà l’Italia e, poi, l’Italia
in Europa e l’Europa nel mondo, nel lungo termine e non a breve scadenza. Per questo serve definire un progetto, con obiettivi chiari e strategie per raggiungerli. La politica deve farsi carico di come sarà il nostro Paese nel futuro per offrire una prospettiva alle nuove generazioni e a chi, come noi imprenditori, crede e vuole investire nella crescita,
nello sviluppo e nei giovani. Per quanto riguarda le elezioni italiane, poi, vorremmo arrivare al 2023 con le idee ben chiare.
Suggerendo a coloro che si propongono di guidare il nostro Paese e che saranno con noi in questi due giorni, di farlo pensando a quel compito come ad una missione in cui coinvolgere i cittadini e far recuperare loro entusiasmo e coscienza civile. E non come ad un piano di comunicazione.”
Pronunciavo queste parole durante il mio discorso di apertura del 51° Convegno dei Giovani Imprenditori, finalmente di nuovo in presenza nella sua sede storica a Rapallo. A leggerle ora, con il Governo Draghi in carica solo per gli affari correnti, le elezioni fissate al prossimo 25 settembre (prima volta nella storia della Repubblica), una campagna elettorale già bollente per il caldo e per le promesse mirabolanti, ci sarebbe quasi da sorridere.
Purtroppo la gravità della situazione nazionale e internazionale ci impone ben altro atteggiamento. Chiedevamo responsabilità, l’attuazione rapida ed efficace del PNRR, una legge elettorale in grado di garantire stabilità.
Ci hanno dato elezioni anticipate e grande incertezza sul futuro.
Futuro che, certo, al momento si prospetta a dir poco complicato: la crisi climatica, la crisi energetica, l’inflazione, la pandemia non ancora sconfitta, il conflitto russo-ucraino che ormai si trascina da sei mesi con tutte le sue nefaste conseguenze dal punto di vista umanitario, economico e geopolitico. Non solo: c’è una legge di bilancio da scrivere pensando a come affrontare tutte queste complessità, pensando soprattutto ai cittadini e alle imprese che sono ormai stremati da due anni di difficoltà economiche.
Responsabilità, dunque, è ciò che chiediamo nuovamente, con determinazione, alle forze politiche che si propongono di governare il paese ci auguriamo per i prossimi 5 anni. Responsabilità è ciò che gli imprenditori hanno continuato a dimostrare attraverso un ottimismo, una resilienza e una capacità di collaborazione con le istituzioni davvero encomiabili se
consideriamo il contesto.
Ora però non c’è più tempo.
Il Paese ha bisogno di un vero riformismo competitivo che porti avanti e concluda i processi di cambiamento strutturali non più rinviabili. Abbiamo bisogno di un’Italia stabile, efficiente, moderna, inclusiva e competitiva. I fondi del Pnrr sono una grande occasione ma devono essere impiegati per quello per cui sono stati immaginati: un investimento sul futuro della Next Generation Eu.
Come Giovani Imprenditori siamo in prima linea per ribadire che la transizione verde e quella digitale sono la leva principale di questa evoluzione ma devono andare di pari passo con una trasformazione globale delle nostre economie. La sostenibilità oggi parla di nuovi modelli di consumo, di nuove catene del valore, di welfare e giustizia sociale.
Tutte trasformazioni che, appunto, non possono prescindere dalla responsabilità istituzionale di intervenire su fisco, infrastrutture, energia, istruzione, concorrenza. L’industria in questi anni ha tenuto in piedi il paese ed è pronta a fare la sua parte, a dare il suo prezioso contributo di conoscenza e proposte su questi temi per far ripartire l’Italia e farle riconquistare il ruolo che le spetta a livello internazionale.
A ottobre avremo il nostro consueto appuntamento di Capri dove affronteremo tutti i nodi che saranno al centro dei cambiamenti dei prossimi 30 anni. Le elezioni saranno da poco concluse e il nuovo Parlamento si sarà appena insediato nella sua inedita forma ridotta, ci auguriamo solo quantitativamente e non qualitativamente. Così come ci auguriamo di vedere in tempi rapidissimi (l’ultima volta ci vollero più di 80 giorni…) il nuovo Governo al lavoro, pronto ad affrontare quella che sarà una stagione decisiva per l’Italia. Le promesse lanciate in campagna elettorale andranno mantenute, i conti dovranno tornare, il Paese dovrà cominciare a correre nella giusta direzione. Lo meritano i cittadini, gli imprenditori e tutta la società che finora ha tenuto duro dando, appunto, una grandissima prova di responsabilità.