
Le grandi potenze stanno riscrivendo le regole del gioco dopo i tre anni che hanno cambiato il mondo. Una competizione che si gioca su linee di frontiera tecnologiche, sociali e geopolitiche.
C’è l’Italia da ricostruire sul filo di queste frontiere.
Un’Italia che deve fare i conti con produttività, concorrenza, innovazione e competitività.
Un’Italia che deve comprendere che la nuova frontiera dello sviluppo economico, l’Industria 5.0 di cui si parla ancora troppo poco, si fonda sull’uomo e sulle sue competenze.
In questa Italia allo stesso tempo forte e fragile, veloce e lenta, eccellente e arretrata, non decolla come pratica stabile sociale e di governo la vera frontiera del presente, che è la collaborazione.
Siamo convinti che la frontiera per diventare uno Stato moderno ed efficiente sia alla portata della terza maggiore economia dell’Unione Europea. Se questa frontiera non viene superata è perché le risorse vengono sprecate, così come le opportunità.
Nel nostro Paese fioriscono imprese che sfidano i mercati globali, e vincono. Eccellenze umane e professionali che lasciano la propria impronta nella storia e nel progresso. Giovani che non si arrendono, che hanno fame di futuro e lottano per costruirlo nella terra dove sono nati.
È per tutti loro, per l’Italia migliore e, soprattutto, per l’Italia che sta davvero soffrendo le conseguenze di anni di crisi continue, che le imprese intendono continuare a fare, con ancora maggiore intensità, la propria parte.
Perché non c’è presente senza impegno e serietà. Non c’è futuro senza sogni e speranze.
Non c’è frontiera che non possa essere superata quando i giovani, insieme, costruiscono la strada per arrivarvi.
Cari lettori, cari imprenditori, cari amici del Movimento, sono questi i temi al centro della riflessione del 52emo convegno nazionale di Rapallo. Si tratta di tematiche assolutamente decisive per gli anni a venire, che vogliamo approfondire insieme alle voci più influenti del panorama economico e istituzionale.
La complessa congiuntura che il nostro Paese sta vivendo richiede uno sforzo congiunto da parte delle Istituzioni, dei corpi intermedi e della società civile, di straordinaria intensità.
Ognuno deve contribuirvi al meglio delle proprie capacità. Infatti, davanti a noi, abbiamo una sfida epocale, ovvero lavorare alla ricostruzione che attende l’Italia: dopo due decenni di crisi economica, finanziaria, pandemica e, oggi, energetica, come Giovani Imprenditori sentiamo forte il dovere di continuare a contribuire alla sua ripartenza, oltre che con il nostro quotidiano lavoro di imprenditori, con idee nuove.