SCATENIAMOCI! La relazione del presidente Morelli

“SCATENIAMOCI. Liberiamo l’Italia da vincoli e catene”. Questo il titolo della relazione di Jacopo Morelli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, che apre il 43°Convegno di Santa Margherita Ligure.

Italia paga prezzo altissimo. Fra gli effetti più tragici della crisi, l’accentuarsi della disuguaglianza.
“La sfida è una: perseguire insieme sviluppo, libertà economica e coesione sociale” ha affermato il Presidente degli under 40 di Confindustria, denunciando la situazione drammatica dell’Italia “paghiamo un prezzo altissimo: disoccupazione giovanile al 40,5%, che sale di dieci punti al Sud, contrazione della produzione del 25%, PIL atteso ancora in calo a fine anno”. Fra gli effetti più tragici della crisi c’è l’accentuarsi della disuguaglianza “che impoverisce tutti, perché una società diseguale è una società frammentata, nella quale si abbassano produttività ed eccellenza. È un sistema costoso, che spreca risorse, perché non permette al suo capitale umano, imprenditoriale e lavorativo di esprimersi. Non è accettabile che solo l’8,5% dei figli di operai diventi imprenditore, dirigente o libero professionista”.

Disoccupazione prima emergenza
Secondo Morelli “tra le fonti principali di disuguaglianza vi è la disoccupazione. E anche i disoccupati non sono uguali fra loro, perché mentre il mercato del lavoro si è trasformato, i mezzi con cui rispondiamo alle criticità sono rimasti indietro”. In materia di protezione sociale è necessario creare “uno strumento universale e flessibile. Non il sussidio a pioggia del reddito di cittadinanza, ma un “reddito minimo a tempo” condizionato alla attiva ricerca di lavoro e alla formazione professionale. Perché i giovani sono i primi a soffrirne l’assenza”.
Il leader degli industriali under 40 chiede riforme per i giovani e “per quei disoccupati a bassa scolarizzazione, 1,3 milioni, che potrebbero trovare impiego se il carico fiscale e contributivo fosse azzerato almeno per i primi cinque anni” propone “un lungo apprendistato, indipendente dall’età”. Morelli si rivolge anche ai “4 milioni di immigrati, che stanno cambiando conformazione all’Italia e ai quali devono essere date risposte. Le norme sull’immigrazione non possono essere improntate sulla paura. Dell’immigrazione l’impresa ha bisogno”.

Uno Stato che funziona
Inefficienza delle strutture pubbliche e del sistema giudiziario, costi della politica, infrastrutture costruite a metà, fondi strutturali non ancora spesi, queste secondo Morelli le risorse sprecate per “mantenere privilegi e potentati”, che impediscono allo Stato di funzionare. Per il Presidente dei Giovani Imprenditori “non è tollerabile una Pubblica Amministrazione che lascia un debito di oltre 100 miliardi di euro verso i propri fornitori. E’ un atto di arroganza”.
E non è tollerabile nemmeno un sistema fiscale che “tassa il reddito da impresa e da lavoro più che quello immobiliare e finanziario. Chi fa impresa alla luce del sole paga tasse fino al 70%. L’IMU è un’imposta che pesa su tante famiglie, ma mai quanto il livello di tassazione su lavoro e imprese. Eppure sulla prima si è giocata un’intera campagna elettorale e sono bastati 10 giorni dall’insediamento del Governo per congelarla, mentre sul cuneo fiscale non si intravedono riforme all’orizzonte”.

Miracoli no, statisti sì. Subito una nuova legge elettorale.
Non risparmia critiche alla classe politica Morelli: “All’Italia non servono banderuole, ma persone preparate e capaci, salde nella furia dei venti e degli eventi. Non un Governo che faccia miracoli, ma che agisca sulla competitività del Paese. Da cittadini esigiamo esecutivi che non agiscano solo come grigi amministratori per il disbrigo degli affari correnti, ma come promotori di sviluppo, mettendo in ordine le priorità”.
Fra queste, una nuova legge elettorale che “ad oggi nessuno ha potuto, o meglio voluto, cambiarla. Gli elettori sono stati chiamati, di nuovo, a ratificare, anziché scegliere. Non è un caso se l’impreparazione non è scesa, con il riproporsi di candidati talvolta impresentabili, più spesso non adeguati e incompetenti. In Parlamento non vogliamo delinquenti, ma neanche improvvisati” ha ribadito Morelli di fronte alla platea del Grand Hotel Miramare.

Abbiamo fatto, come imprenditori, troppo poco autocritica
“Dobbiamo riflettere anche noi su quelle derive che distorcono l’economia sana e corrompono i valori del libero mercato. Accanto ad un capitalismo che crea, ce ne è uno che distrugge, che vive di clientele, che si approfitta della palude delle inefficienze pubbliche”.
Morelli ha quindi richiamato gli imprenditori a perseguire “trasparenza, contrastando la collusione che alimenta la spesa statale improduttiva; etica, perché dove c’è un corrotto c’è anche un corruttore; e coerenza nei confronti della politica” criticando le “troppe deleghe in bianco e la troppa diplomazia nel tacere verità scomode, a scapito della funzione stessa dei corpi intermedi, distorta, da risoluzione dei conflitti a mera trasmissione di interessi”.

Scateniamoci!
Morelli ha ringraziato i “Giovani Imprenditori che siedono in questa sala” ma anche quelli che “sono dovuti restare in azienda, perché ci sono percorsi di ristrutturazione da affrontare, mutui da rinegoziare e stipendi da pagare a fine mese” e “quelli che non fanno proprio più parte del Movimento, ma che faremo tornare. A testa alta. È una promessa”. Ed ha concluso ribadendo che “Vogliamo un Paese che sappia cosa significa essere giovani e intraprendenti. Un Paese dove il coraggio e l’entusiasmo siano benvenuti e non temuti o, peggio, ostacolati. È tornato il tempo di guardare avanti: con orgoglio, con fiducia, con dignità. Tocca a noi. Scateniamoci!”.