- Data: dal 07 giugno 2002 al 08 marzo 2002
- Luogo: Santa Margherita Ligure, 7-8 giugno 2002
- Organizzazione a cura di: Segreteria Nazionale GI
L’immigrazione è il “protagonista mancato” della grande corsa della globalizzazione. Negli ultimi decenni lo sviluppo dei flussi migratori a livello planetario è stato assolutamente modesto, se paragonato a quello degli altri indicatori del processo di globalizzazione, come i movimenti di merci e di capitali.
Tutto lascia pensare, però, che il futuro sarà assai diverso. In particolare il bacino del Mediterraneo rappresenta una grande “scommessa demografica”: entro i prossimi trent’anni, gli abitanti di Nord Africa e Medio Oriente raddoppieranno. Secondo le analisi internazionali più accreditate, inoltre, nei prossimi anni aumenteranno drasticamente le forze espulsive da parte dei Paesi d’origine. E l’Italia, come dimostrano i dati più recenti di Eurostat, è il Paese europeo più esposto ai flussi di immigrazione illegale.
Tutto ciò rende necessario definire e praticare modelli di governance dell’immigrazione. Modelli pensati per una società aperta e complessa, nella quale sono inutili e dannose le scorciatoie dettate dalla “sindrome dell’assedio” e dalla semplicistica equazione immigrazione=criminalità, così come dall’ideologia dell’accoglienza fine a se stessa.
Oggi le competenze in materia di immigrazione sono sostanzialmente accentrate sullo Stato nazionale. Ma è evidente che i flussi migratori possono essere governati efficacemente soltanto a livello europeo, mentre gli strumenti dell’integrazione solo a livello locale.
In un disegno lungimirante di governance del fenomeno migratorio, l’azione politica è affiancata dai comportamenti degli attori sociali. Ne sono consapevoli i Giovani Imprenditori, per i quali l’impresa è luogo, fisico ed etico, di integrazione. Esempio di come l’inclusione sia un rischio ma anche un’opportunità, comunque il nostro futuro.
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