La politica torni a investire nello sviluppo del Paese

  • Data: 27 settembre 2012
  • Luogo: Milano
  • Organizzazione a cura di: Segreteria Nazionale GI

“Un Paese che non lavora e non produce è un Paese che muore. La crisi non è solo quella raccontata dai media, quella di Fiat, dell’Alcoa e del Sulcis. A fronte di tante aziende che vanno avanti e creano valore e occupazione, decine di migliaia di altre, e non soltanto piccole, stanno fermando l’attività, disperdendo professionalità e competenze”.
Lo afferma il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, a conclusione del Consiglio Centrale che si è svolto questa mattina a Milano. “Ormai non è sufficiente internazionalizzare, diversificare la produzione, innovare o rinegoziare i finanziamenti con le banche – continua Morelli – perché sempre più aziende non ce la fanno ugualmente. È quindi evidente che ci sono problemi strutturali che attendono soluzione da troppo tempo, perché, da un lato, produrre costa troppo a causa del livello impositivo, del costo dell’energia e di quello indiretto della burocrazia; dall’altro il mercato interno non tiene più perché gli italiani hanno visto ridursi drasticamente il potere di acquisto”.
“È necessario – conclude Morelli – abbattere da subito il cuneo contributivo per dare più soldi in busta paga ai lavoratori. Una misura che, per i neoassunti e per i collaboratori delle start up, costerebbe 800 milioni. Ed è necessario ridurre contemporaneamente la tassazione sul profitto di impresa. Non è più accettabile che ci dicano che mancano le risorse, perché sta solo alla politica scegliere se investire nelle ostriche o nel futuro, economico e sociale, dell’Italia. Come giovani e come imprenditori esigiamo che la politica si assuma questa responsabilità”.