Prosegue il braccio di ferro del Presidente Trump con i principali partner commerciali degli Stati Uniti, Cina in testa.
L’obiettivo primario di questa politica commerciale protezionistica riguarda, a breve termine, la politica interna.
I dazi, nell’intenzione degli americani, servono a creare posti di lavoro nei settori e nelle aree del paese più colpiti dalla globalizzazione, specie dalla penetrazione dell’import cinese. Ma la strategia protezionistica USA è davvero la risposta adeguata?
Ci sono molti ostacoli che rischiano di trasformarla in un boomerang. Nel medio-lungo periodo, inoltre, diventano preponderanti gli effetti negativi non soltanto sulla stessa economa USA, ma sugli equilibri geo-economici mondiali.
Tutti gli approfondimenti nell’articolo di Cristina Pensa e Matteo Pignatti del Centro Studi Confindustria sull’ultimo numero di Quale Impresa.